sabato 12 aprile 2008

Il Nome di Vita

Dei Nomi Divini presenti nella tradizione ebraica, i Maestri Noachidi utilizzano nelle loro tornate El Chai (Iddio Vivente), quello che meglio risponde alla pienezza spirituale e all'effusività del Padre Celeste.
Ma in questa lettura vitale e fausta di Dio, essi vanno oltre, interpretando ha-Shem, il nome più sacro agli Israeliti (il tetragramma JHVH, che viene pronunciato 'Adonai, Signore, ogniqualvolta lo si incontra nel testo biblico) come arco vitale (analogo all'arco tra le nubi apparso dopo il Diluvio). Anche nel Rito Swedenborgiano, che incista un nucleo noachide, si trova questo insegnamento:

"Il Nome Ineffabile consiste di tre suoni, che non vengono mai perfettamente sussurrati se non quando si imita la prima inspirazione alla nascita, l'atto del respirare o di soffiare, l'ultima espirazione alla morte, a denotare Colui che era, che è e che sarà...".

L'approccio noachide al Tetragramma integra l'intuizione qabbalistica secondo la quale Yod rappresenta il principio attivo, He quello ricettivo e Vav la loro congiunzione che genera la seconda He, matrice cosmica. Nella Qabbalah luriana tale assunto era il fondamento della sacralità del matrimonio e dell'obbligo di non profanare la congiunzione uomo-donna con la lussuria, la promiscuità e l'adulterio.
L'interpretazione "vitale" di ha-Shem lo connette al Nome zoroastriano del Signore, Ahura (che viene da ahu, il principio cosmico/vitale) e alla Prima Vita del Mandeismo.

Michele Moramarco

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