domenica 6 aprile 2008

I tre grandi Articoli di Noach

Nella sua seconda edizione delle Costituzioni (1738) della Gran Loggia di Londra, il rev. James Anderson, oltre a sostenere, nel charge I, che un Libero Muratore è obbligato dalla propria condizione a seguire la Legge Morale "as a true Noachida" (queste ultime parole non essendo incluse nella fomulazione del 1751), aggiunge poco oltre, a conferma dell'universalità etico-religiosa invocata dalla Libera Muratoria speculativa, "for they all agree on the three great Articles of Noach, enough to preserve the Cement of the Lodge" ("poich'essi tutti concordano sui tre grandi Articoli di Noach, sufficienti a preservare il Cemento della Loggia").
Ora, è noto che le Leggi di Noach sono sette (ancorché il loro numero non sia unvocamente stabilito in tutte le fonti ebraiche: secondo la Genizah del Cairo sono trenta). A che si riferiscono, dunque, i "tre grandi Articoli"?
Una risposta ci viene dal valido libretto di Aaron Lichtenstein The Seven Laws of Noach (uscito in Italiano per i tipi delle edizioni Lamed, Milano s.d.). Interpretando un passo di Menachem Azariah da Fano in una sua opera uscita ad Amsterdam nel 1649, Lichtenstein dimostra che secondo una tradizione i sette precetti noachidi si compendiano in tre, fondanti: proibizione dell'idolatria, dell'assassinio e dell'adulterio. In termini massonici, si nota una corrispondenza tra i tre Articoli, come li chiama Anderson con linguaggio giuridico settecentesco, e le "sfere" di vita nelle quali si muove la coscienza del Libero Muratore: la divina, l'umana e la naturale. Idolatria è negazione del rapporto con Dio, assassinio è negazione del rapporto con l'uomo, adulterio (con gli altri rapporti sessuali illeciti: sodomia, incesto, ecc) è negazione della natura, prima ancora che dei patti sociali. Vale la pena di notare come anche nello Zoroastrismo l'adulterio sia considerato grave più del furto (che non è incluso nei tre grandi articoli di Noach), nell'ordine delle colpe.
Purtroppo le Costituzioni del 1738 - fors'anche per l'eccessiva tenedenza di Anderson a rivedere, interpolare, escrescere i documenti che gli venivano sottoposti per l'editing - rimasero, come scrive Coil nella sua Masonic Encyclopedia , "lettera morta", e prevalse la più blanda versione del 1723. Ma resta significativo il fatto che la Gran Loggia d'Irlanda le pose a proprio fondamento nel suo Book of Constitutions del 1751; di lì a tre anni Laurence Dermott le avrebbe recuperate nell'Ahiman Rezon, testo-guida degli Antients, i Liberi Muratori che si richiamavano con più forza alla tradizione.

Michele Moramarco

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