sabato 29 novembre 2008

Un interessante volume della Fondazione "Ariodante Fabretti"

E' uscito, a cura di Giorgio Cosmacini e Georges Vivarello, il libro Il medico di fronte alla morte (secoli XVI-XXI), edito dalla Fondazione "Ariodante Fabretti", che già si è distinta per una serie di pubblicazioni di ottimo livello su questioni tanatologiche e per le due riviste - Confini (voci dal mondo della cremazione) e Studi tanatologici - che sponsorizza.
Il libro raccoglie undici saggi (di altrettanti studiosi) che coprono molteplici aspetti del problema: da quelle del contagio mortale (A. Pastore, La morte e la peste. Note sulla trattatistica medica della prima età moderna) all'atteggiamento attivistico dell'Illuminismo nei confronti della morte (M. Sozzi, Il medico contro la morte. L'Encyclopédie e la concezione illuministica del morire nella seconda metà del XVIII secolo); dalle forme di "religione civile" associate al morire (M. Canella, Architetture e ritualità civile della morte. I Templi crematori tra Ottocento e Novecento) ai contesti eutanasici contemporanei (I. Quaranta, Intersoggettività, biopolitica ed eutanasia. Una riflessione antropologica). Ma tutti i contributi meriterebbero d'essere citati, e letti da chiunque voglia capire come nel "passato presente" il fenomeno-morte, da una parte sempre più rimosso o diluito nelle illusioni consumistiche, dall'altra abbia non solo mantenuto, ma persino esteso la sua pregnanza in relazione alle vicende sociopolitiche, agli orizzonti culturali che si sono allargati, ecc.
La veste tipografica del volume, sobria e raffinata, aggiunge gusto a una lettura già di per sé avvincente, ancorché impegnativa sotto il profilo emotivo. Un plauso, dunque, alla "Fabretti", nella quale - giova ricordarlo in questo blog - è attivo Marco Novarino, autorevole studioso di cose massoniche.

Betto Moeller

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